I papi. Storia e segreti (eNewton Saggistica) (Italian Edition) by Claudio Rendina

I papi. Storia e segreti (eNewton Saggistica) (Italian Edition) by Claudio Rendina

autore:Claudio Rendina [Rendina, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854132603
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2011-05-24T22:00:00+00:00


183. Clemente IV (1265-1268)

Dopo la morte di Urbano IV, ci fu un periodo di «sede vacante» di quattro mesi; tanto fu il tempo che impiegò il collegio dei cardinali riunito a Perugia per trovare un successore. La scelta finì per cadere nuovamente su un francese, Guy Foulques, nato a St. Gilles, presso Nimes, in Provenza: un suddito di Carlo d'Angiò, in pratica. Il che la diceva lunga sulle finalità strettamente politiche dell'elezione.

Prima di farsi monaco certosino, era stato sposato e padre di due figli, avvocato di grido e consigliere segreto del re di Francia, segnalandosi per la grande perizia diplomatica; mortagli la moglie, proprio per un disprezzo del mondo si era ritirato in convento. Ma le sue doti politiche e amministrative non potevano essere ignorate dalla Chiesa e così, nominato prima vescovo di Le Puy e poi arcivescovo di Narbonne, fu infine elevato alla porpora cardinalizia da Urbano IV come vescovo di S. Sabina ed ebbe da quel papa la cura d'importanti legazioni. Quando fu eletto il 5 febbraio del 1265, si trovava in Francia, di ritorno da una missione in Inghilterra e, data la situazione precaria esistente per gli alti prelati francesi in Italia, solo travestito da monaco potè raggiungere Perugia, dove fu consacrato il 15 febbraio con il nome di Clemente IV.

A questo papa restava il compito di attuare il contratto definitivo della Chiesa con Carlo d'Angiò; pochi giorni dopo la sua incoronazione infatti egli impartisce nuove istruzioni al cardinale Simone de Brion, che nel frattempo aveva ottenuto il placet sulla cessione delle decime da parte dell'episcopato francese atte al finanziamento dell'impresa siciliana. Bisognava insistere sul conte d'Angiò perché intervenisse immediatamente a Roma: è un fatto però che la spedizione nel suo insieme comportava un onere finanziario non indifferente e Carlo voleva contare su una sicura base economica prima di arrivare in Italia. Il papa si vede così costretto a richiedere un contributo anche ai vescovi d'Inghilterra e Scozia, già peraltro in credito con l'anticipo a suo tempo dato per l'investitura del principe Edmondo, poi accantonata. A Roma la situazione d'altronde appare sempre più precaria per i guelfi, con i ghibellini fuorusciti che rientrano di soppiatto e seminano tumulti, per cui la nobiltà guelfa sollecita Clemente IV perché insista su Carlo, che non si faceva vivo. Un ulteriore ritardo avrebbe potuto compromettere il controllo della situazione nella città.

E finalmente Carlo si decide nell'aprile del 1265 a partire via mare, e questo per evitare l'impatto via terra con le forze ghibelline dell'Italia settentrionale; una tempesta peraltro è favorevole a lui e sospinge al largo la flotta di Manfredi. Il conte francese approda ad Ostia su una barca, accolto con gioia dai guelfi il 21 maggio; due giorni dopo entra in Roma da porta S. Paolo e s'insedia in Laterano anziché in Campidoglio. È una sfacciataggine che Clemente, pur dalla lontana Perugia, non tollera e con una lettera si affretta a fargli presente che era opportuno riparare immediatamente a quella scortesia, abbandonando il palazzo pontificio. Carlo si rammenta di essere



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